Animazione, Commedia

HOTEL TRANSYLVANIA

NazioneU.S.A.
Anno Produzione2012
Durata91’

TRAMA

Dracula, per proteggere la piccola figlia Mavis dopo la morte della madre, costruisce un castello in un luogo dove gli umani non possono giungere. Per il suo 118° compleanno, vengono a festeggiarla varie creature ma s’intrufola anche un umano che Dracula, per non perdere la faccia sulla sicurezza del sito, maschera da mostro.

RECENSIONI

Servendosi ancora della penna di Peter Baynham (Il Figlio di Babbo Natale) e affiancandola agli umori di un veterano del Saturday Night Live (Robert Smigel), la Sony Pictures Animation affida la regia al moscovita, punta di diamante dei cartoon network, Genndy Tartakovsky che, con serial come Samurai Jack e Le Superchicche ha rivoluzionato il settore con tratto stilizzato e comicità del movimento. Un lavoro su commissione (Tartakovsky è arrivato dopo la dipartita di due registi) che, però, beneficia in toto del suo postmodernismo pop nell’esaltare la profusione di idee comiche, giocate sul citazionismo e follie varie: il castello, alla festa di compleanno, è popolato da una miriade di personaggi simpatici che, interagendo, cavalcano un’idea ingegnosa dietro l’altra. Sono reinventati, in chiave di commedia, i luoghi comuni del genere horror (le testine parlanti voodoo usate come “non disturbare” sulle porte delle camere; le streghe addette alle pulizie “magiche”; gli zombi schiavi tuttofare; il cuoco Quasimodo con topo Esmeralda alla Ratatouille, e così via). Purtroppo, nel momento in cui il racconto dipana le sue direttrici, i personaggi bizzarri di Tartakovsky vi restano impigliati in percorsi obbligati: a parte l’idea generale da Monsters & co., ecco il banale tema del padre apprensivo, non pronto a lasciar volare via dal nido la figlia; ecco il gioco di inganni ed equivoci, l’umanità guasta-ma-non-tutta, l’amore interraziale, le canzoncine doppiate in italiano (il Dracula originale è affidato ad Adam Sandler, anche produttore esecutivo, da noi ci sono Claudio Bisio e, per Mavis, Cristiana Capotondi), il mea culpa, il lieto fine ecc.