Documentario

HOPPER/WELLES

Titolo OriginaleHopper/Welles
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2020
Durata131'
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Una conversazione intima e rivelatrice del 1970 tra due giganti del cinema, Dennis Hopper, all’epoca sulla cresta dell’onda grazie al grandissimo successo di Easy Rider, e Orson Welles, da sempre un iconoclasta e un intervistatore dall’autorità inquisitoria.

RECENSIONI

Filmato nel novembre del 1970 come parte di The Other Side Of The Wind, progetto di Orson Welles rimasto a lungo incompiuto e portato a termine solo nel 2018 con montaggio curato da Bob Murawski e fondi Netflix, Hopper/Welles si sviluppa come una lunga conversazione tra due titani del cinema nel corso di una cena. Dennis Hopper, reduce del suo primo successo da regista con Easy Rider e alle prese con il montaggio del suo secondo film, The Last Movie, è se stesso / Orson Welles interpreta invece un personaggio, un primo abbozzo dello stesso Jake che andrà poi, dal 1974 in poi, a John Houston, alter-ego di Welles, nella versione definitiva di The Other Side Of The Wind.
I due discorrono di politica, religione, e violenza sempre partendo o relazionandosi ad argomenti inerenti il mondo del cinema - sia da un lato teorico che da uno pratico - in quella che inizialmente appare come una chiacchierata tra amici ma che si rivela progressivamente come una messa al torchio di Hopper da parte di Welles. Si sonda il rapporto regista-attore/dio-uomo (tema sviluppato in The Other Side Of The Wind) e quello e regista/mago (tema sviluppato successivamente in F For Fake), si parla de La Notte e di , di Antonioni (che sarà poi materia centrale in The Other Side Of The Wind) e di Fellini, di Ladri di biciclette (anche se Hopper lo confonde con Umberto D. nel raccontarne la trama) e delle diverse e opposte ricezioni di pubblico di Easy Rider da un punto di vista politico; punto di vista politico che Hopper si rifiuta di far trapelare ma che, come Welles rimarca, non può scindersi da un'opera d'arte (come Easy Rider) che è intrinsecamente politica. Nello specifico Hopper riporta una reazione di Easy Rider che ha portato una parte di pubblico a parteggiare per la polizia nella scena conclusiva del film, incitando alla violenza; troviamo un Hopper scosso da ciò ed è evidente che queste suggestioni e tormenti si siano ripercossi nella realizzazione di The Last Movie, dove il cinema è portatore di morte e disordine in quanto gli interpreti inesperti non sono in grado di scindere la finzione della realtà.
Come documento ha un valore cinefilo inestimabile.
Apparentemente il motivo originale per cui le macchine da presa sono puntate solo su Hopper è causa dell'allora indecisione di Welles su a chi far interpretare il ruolo di Jake in The Other Side Of The Wind, con l'intento di montare il dialogo in un secondo momento una volta scelto l'attore e completate le riprese con i dovuti controcampi.
Guardando Hopper/Welles come oggetto in sé però è impossibile non imputare la scelta di non mostrare mai l'interlocutore di Hopper come l'ennesima macchinazione di Welles, figura onnipresente che si manifesta solo attraverso la voce e la regia ma che non appare mai sullo schermo, fa sentire tutto il suo peso nel mettere continuamente alle strette Hopper, incalzandolo su qualsiasi argomento, costantemente inquisitorio nella voce e nello sguardo.