TRAMA
Frank Farmer, ex-agente della Cia, è assunto, di malavoglia, come guardia del corpo da una bella rockstar, che finisce per invaghirsi di lui. Unire lavoro e piacere, però, crea solo complicazioni.
RECENSIONI
Questa sceneggiatura di Lawrence Kasdan, la prima che abbia mai venduto, è rimasta ad ammuffire per quindici anni, dandogli comunque la fama ad Hollywood di autore del miglior copione non realizzato. Alla sua uscita al cinema, il pubblico ha apprezzato, la critica molto meno, ma a torto: non ha gradito il “doppio marketing” con la colonna sonora da Top Ten firmata Whitney Houston, quando è da tempo provato che le rockstar al cinema portano poca fortuna; ha bollato come facili e ricattatori i passaggi melodrammatici/sentimentali, quando sanno essere, invece, deliziosi, cullati da una versione della “I will always love you” di Dolly Parton memorabile; ha accusato Kevin Costner di una prova sbiadita, quando, se non brilla, è dovuto al disegno del personaggio (che ha cercato di modellare sul tipo alla Steve McQueen), appositamente ombroso, anonimo professionista dalla disciplina ferrea, un tipo mansueto (o represso) ma invincibile. Tutti d’accordo, invece, sul buon debutto dell’ugola/viso d’oro della pop music. Dal canto suo, Mick Jackson compone emozionanti, lunghe, tesissime sequenze di suspense e si conferma regista dotato, particolarmente attento al montaggio. Last but not least, la già citata sceneggiatura di Kasdan: è vero che non si staglia per originalità, che preferisce incanalarsi in schemi prevedibili/inverosimili e che non mantiene tutto quello che promette, ma è anche assolutamente evidente il salto di qualità rispetto a script simili, nel modo in cui entra nei dettagli e disegna i caratteri (soprattutto quello del titolo). I protagonisti, al cinema, vanno a vedere La Sfida del Samurai perché negli Stati Uniti uscì con il titolo “La guardia del corpo”.