TRAMA
Messico: uscito di prigione grazie alla moglie, un rapinatore, a colpo fatto (al cinodromo), viene tradito dai compagni. Prende il malloppo e fugge con la consorte.
RECENSIONI
Un film di genere, diretto da un grande regista, può trasformarsi in un classico. Sam Peckinpah (autore del primo Getaway!) era un maestro che iniettava nei suoi plot cinismo esistenziale e pathos figurativo. Donaldson si è sempre rivelato un mero mestierante, anche se con una marcia in più rispetto a molti suoi colleghi. Anche qui confeziona un thriller d’inseguimento convenzionale ma ritmato e di buon intrattenimento. Non doveva però rievocare morti (Peckinpah), cult e fantasmi illustri: Steve McQueen travestito da Alec Baldwin non può essere altro che uno sbiadito fantasma. Il produttore (David Foster) e lo sceneggiatore (Walter Hill) sono gli stessi dell’originale, i tempi sono però cambiati: Hill lavora più sovente per esigenze alimentari e si preoccupa di dare maggiore spazio alla figura femminile, per veicolare il divismo della bella Kim Basinger. Riscrive la prima parte presentandoci degli antefatti inediti, elimina qualsiasi traccia di amarezza (leggi: lo spessore) per aprire ad un lieto fine dove i "Bonnie & Clyde" innamorati, una volta superata la crisi di fiducia (vedi il gioco speculare con la seconda coppia, quella del veterinario, dove la moglie tradisce), è “benedetta” dal personaggio di Richard Farnsworth, una proiezione anziana del loro futuro, un adorabile ex – delinquente molto attaccato alla moglie. La morale è salva. Restano da godere la performance del cattivo Michael Madsen con chioma lunga e le sequenze erotiche fra i coniugi Baldwin (sempre che si riesca a sopportare la maschera inespressiva e demente di Alec), già censurate per il grande schermo, figuriamoci per quello piccolo.
