Fantascienza, Recensione

GATTACA

Titolo OriginaleGattaca
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1997
Durata108'
Sceneggiatura
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Futuro prossimo: un ragazzo, che sogna di viaggiare nello spazio ma non è geneticamente perfetto, non è ammesso alla base spaziale di Gattaca. Entra con l’ingegno e la menzogna.

RECENSIONI

Pur provenendo dalla pubblicità, l’esordiente neozelandese Niccol disconosce ritmi ed estetica legati a quel mondo e confeziona un’opera davvero intrigante, che colpisce soprattutto per il dècor e l’atmosfera (fra Alphaville e L’Uomo che Fuggì dal Futuro), con le ambientazioni algide-industrializzate alla Antonioni (i campi lunghi, lo sguardo sui pannelli solari), la fotografia limpida e asettica di Slavomir Idziak (ex di Kieslowski), le scenografie di Jan Roelfs (Greenaway) ispirate all'architettura di Frank Lloyd Wright, l’accompagnamento musicale di Michael Nyman (Greenaway). I costumi anni cinquanta di Colleen Atwood proiettano, contemporaneamente, in un futuro imminente e in un presente kafkiano, e si fanno portavoce di un apologo morale alla 1984 di Orwell sul diritto di essere diversi. L’opera parte con due citazioni impegnative, una dalle Ecclesiaste e l'altra di W. Gaylin, ma il racconto a seguire non brilla e non vuole brillare per complessità e articolazione, ad appassionare è il passo intensamente lirico imposto dalla regia (magnifici anche certi plongée e il montaggio parallelo finale fra i due “viaggi”), in una quasi totale assenza di effetti speciali che privilegia impianti più polizieschi che fantascientifici (è una lunga corsa contro il tempo e il sospetto). Il protagonista, trattato come un paria da un'arrogante élite geneticamente controllata, si mostra superiore in virtù della volontà, del margine lasciato al sogno, del coraggio e la voglia di migliorarsi: la gara di nuoto nel liquido amniotico dell’esistenza (vedi l’allegoria del mare) è una lotta per la sopravvivenza con variabili infinite e ingovernabili, e la vittoria può costare una perenne fuga da se stessi o dall’idea che gli altri impongono e hanno di noi stessi (fa venire in mente La Fuga di Logan). La stessa amicizia si salda nella diversità (l'ariano storpio e il pirata genetico). La sigla Gattaca deriva dalle iniziali delle quattro sostanze fondamentali del DNA: guanina, adenina, timina, citosina.