TRAMA
Nel 1942, il maggiore Von Steiner, ex-giocatore professionista, organizza un incontro di calcio fra una squadra nazista e atleti fra i prigionieri di guerra. Il capitano Colby accoglie nella propria squadra Hatch, evaso da nascondere.
RECENSIONI
Una vicenda (ma con ucraini a Kiev nel 1942), fra mito e basi storiche, già filmata da Zoltan Fabri nel 1961 (Due Tempi all’Inferno) e da Karelov nel 1963 con Il Terzo Tempo (ma anche I Ragazzi della Compagnia C di Sidney J. Furie conteneva una “partita della salvezza” in guerra). John Huston amalgama il film sulle evasioni e quello sportivo e fa scuola vivendo in funzione dell’avvincente partita finale con veri campioni (Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Kazimierz Deyna, Paul Van Himst, Mike Summerbee, Hallvar Thoresen, Werner Roth, Pelé), avvalendosi della collaborazione di Robert Riger, responsabile di trasmissioni sportive per la ABC: le riprese emulano quelle televisive, con molti ralenti (la rovesciata di Pelé, la parata risolutiva di Sylvester Stallone). Huston ha tenuto in mente anche La Grande Illusione di Jean Renoir per i rapporti cavallereschi tra due ufficiali allenatori (Max Von Sydow e Michael Caine) e per il canto della Marsigliese allo stadio e, forse, gli sarà capitato di vedere anche Sinfonia di Guerra di Ralph Nelson (1967). Struttura in crescendo da cinema classico americano di azione avventurosa, con tutti gli stereotipi e gli espedienti (retorici quanto vincenti) del genere.