
TRAMA
Campagna veneta, colline del Prosecco. Una serie di omicidi e, unico indiziato, un morto: il conte Desiderio Ancillotto, grande vignaiolo che pare essersi tolto la vita inscenando un improvviso e teatrale suicidio.
RECENSIONI
Un giallo di provincia con una partita di caratteri in tono (alla base c’è l’omonimo romanzo di Fulvio Ervas, anche tra gli sceneggiatori): un ispettore genialoide con una storia familiare alle spalle (il sempre ottimo Giuseppe Battiston) e un contesto, quello dell’industria vinicola nel nord est, fatto di uomini che non accettano compromessi, dediti al loro lavoro/passione in conflitto con chi minaccia la terra per i propri interessi.
Peccato che questa trasposizione (opera prima del regista Antonio Padovan, che cerca di restituire con una certa ricercatezza di toni il colore locale - con uno sforzo, a tratti lodevole, di racconto degli ambienti e di caratterizzazione dei personaggi di contorno -), si consacri a un’estetica pubblicitaria tanto codificata quanto piatta. E che la scrittura, pur sfumando nel malinconico umorismo l’intrigo omicida, scarti qualsiasi vera complessità, ponendo il film al confine indistinto con la fiction televisiva.
