TRAMA
In vacanza nell’isola di Ventotene, sono vicini di casa due gruppi familiari antitetici, anche per il colore politico: quelli “di destra” sparano per scherzo ad un extracomunitario e i “progressisti” li denunciano.
RECENSIONI
Dopo La Bella Vita, Virzì s'avvale ancora della sensualità "tanta" della Ferilli e dell'ossatura della commedia all'italiana che strizza l'occhio all'attualità socio-politica, per riallacciare le fila di un discorso sulla crisi di coppia, l'invadenza del piccolo schermo e la lotta di classe trasformata in fazioni di sola tendenza. Il risultato è più felice, estroso, vivace e conferma le sue doti nel dirigere le recitazioni e disegnare caratteri/archetipi: in questo lavoro corale ogni attore può vantare un personaggio a tutto tondo e mettere in mostra la propria bravura. Le ferie partono senza pretese, fanno temere una bella copia del cinema vacanziero vanziniano, fra macchiette, pruriti erotici e doppi sensi ameni; a Ferragosto, questo microcosmo rappresentativo dell'Italia del maggioritario si fa generoso d'intuizioni e annotazioni, e ben cataloga certi stereotipi: da una parte il giornalista/intellettuale/snob/ombroso dell'Unità, la destrutturazione della famiglia borghese fra coppie omosessuali, ex e nuovi compagni, l'eterno dibattito politico con la nuova generazione disaffezionata, la solidarietà verso gli extracomunitari. Dall'altra, storie più sofferte di corna, l'ignoranza del bottegaio attaccato alla Tv (rigorosamente Mediaset e "Non è la RAI"), certa inciviltà, il dio cellulare, l'amore per le armi e il razzismo. Quello di Virzì non è un approccio imparziale, le qualità stanno quasi tutte da una parte: era più obiettivo il Baldoni di Strane Storie, con la sua faida di vicinato in un palazzo. Il regista, però, non manca di criticare anche la "sua" sinistra ed evita di demonizzare la parte avversa: il personaggio più adorabile è proprio quello interpretato da Piero Natoli, ex-musicista incastrato dalla famiglia. Sentimento e lirismo accomunano nei desideri rivolti alla Luna.
