Horror, Recensione

FAUST (2000)

NazioneSpagna
Anno Produzione2000
Genere
Durata98’

TRAMA

John Jasper, pittore, assiste all’orribile omicidio della sua donna ad opera di un gruppo di criminali. Disperato, sul punto di lanciarsi da un ponte, viene fermato da M, un uomo misterioso che gli promette la vendetta e poteri illimitati in cambio della sua anima.

RECENSIONI

Dal fumetto al sincretismo cinematografico: Yuzna non si risparmia in nulla, con un budget risicato confeziona e si prende il tempo di ricamare un inatteso gioiello.
Faust è una gran bella scusa culturale per permettersi ogni ghignante sbruffoneria, non poi così lontano dall'intoccabile Murnau, tralasciando tappeti volanti e decadence orientaleggiante, l'eponimo eroe si fa mascherato incrocio di Wolverine (X-Men) e Batman, ambiguo e tormentato,  schiavo di M, assetato di sangue, pronto alla redenzione. Ettolitri di denso liquido rosso-rubino, arti mozzati cuori smagiucchiati, tette al silicone, bondage, luci e prospettive obliquamente deliranti, sesso senz'amore, lame, satanismi, homunculi, pochi effetti digitali, inquadrature di folgorante nitore (improvvisamente, dopo Murnau, viene in mente Ruiz). Sembra che il nostro regista filippino preferito abbia voluto divertirsi parecchio ed effettivamente punta all'annullamento di ogni aspettativa accumulando in forsennato ritmo, in continua alternanza di registri visivi e narrativi, una sequela inarrestabile - ma chi mai vorrebbe fermare tutto questo?! - di divertimenti assortiti, digeribili perché già digeriti e masticati ma ricomposti con postmoderno amor, con contorno di musica sparatissima (Sepultura molto riconoscibili). Nasce come puro divertimento eppure riesce a trovare una strada verso la densità: non solo ogni personaggio viene caricato di dubbi e spaesamenti ma la stessa abnormità (su scala umana) del trattato assume caratteri d'astrazione brucianti nel loro essere inaspettati - destino, relazione umana, il potere - e, ciò nonostante, integrati con naturalezza in un mero pretesto.

Che Brian Yuzna continui ad essere ignorato dalla distribuzione italiana è scandalo che si perpetua nella più colpevole e generale indifferenza. E' vero, i suoi titoli si recuperano in VHS o nelle notti ghezziane, ma provate a guardarvi questo FAUST in televisione e poi ditemi... Il regista trita generi in questo incredibile pastiche che sembra un kolossal ma non lo è: c'è l'horror piu' orrorifico e il fantasy piu' fantasioso, lo splatter e il thriller, le consuete concessioni softcore, e le sanguinolente trovate del gore più strabordante. Inventivo, citazionista (c'e' dentro Batman, Freddy Kreuger ma anche i freaks di Browning), senza limiti, tra effetti e effettacci l'autore gioca dall'inizio a una fine che lascia il segno (messa nera + orgia, memorabile), infilando un'idea al secondo senza sprezzo del ridicolo, osando tutto l'osabile (la scena della donna i cui seni e glutei si gonfiano a dismisura per poi farsi pappa che si squaglia lentamente è già cult), non ponendo freni al proprio estro, stupendo e divertendo senza pause. Yuzna - ricordiamo, per tutti, l'esordio fulminante con lo splendido SOCIETY - THE HORROR (un must) - senza dar sfogo alle pulsioni metaforiche e alle sottili allusioni politiche del debutto, rimesta tutto in un film (tratto da un fumetto di David Quinn, autore anche della sceneggiatura) di un trash sublime ma straordinariamente elegante (volo a planare su una tavola imbandita che Greenaway invidierebbe), visivamente abbagliante, con montaggio al cardiopalma, grande azione, sangue a litri. La sagra del grand guignol. Ci sto dentro, Brian. Stratosferico.
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