TRAMA
Karen, una giovane infermiera che lavora in un reparto psichiatrico, prende l’ultimo treno della notte della metro, ma il convoglio si ferma a metà galleria. Mentre le persone attorno a lei vengono brutalmente assassinate, Karen assieme ad un pugno di sopravvissuti dovrà fronteggiare forze soprannaturali e gli adepti di una setta religiosa omicida. È arrivata l’Apocalisse?
RECENSIONI
Armageddon
Se arrivasse il Giorno del Giudizio cosa succederebbe? Ognuno si troverebbe a dovere interrompere quello che sta facendo per affrontare nuove forze prepotentemente uscite allo scoperto. È quello che accade alla giovane Karen, infermiera che ha appena terminato il turno serale e confida in un tranquillo rientro a casa in metropolitana. Proprio mentre è seduta in un vagone che sfreccia nel buio, però, e dopo avere fatto amicizia con un ragazzo che l'ha difesa dai laidi approcci di un balordo, scocca l'ora x e tutto cambia. Un messaggio tramite cellulare (sic) informa gli appartenenti a una sorta di Esercito della Salvezza che il tempo per salvare le anime è limitato ma molto si può ancora fare. Peccato che per sottrarsi alle tenebre della dannazione sia necessario passare tra le lame affilate di un pugnale. Morire per purificarsi e sfuggire al Male. Un soggetto pressoché demenziale che, però, trova in Maurice Devereaux, regista, sceneggiatore, produttore e addetto al montaggio, uno stile adeguato in grado di smussare il grottesco e accentuare la tensione. Il film si sviluppa attraverso una prima parte abile nel creare la giusta climax (il sogno iniziale ha davvero la cadenza di un incubo e un salto sulla sedia è assicurato) per poi sfociare in un'avventurosa parte centrale, buia e labirintica ma non confusa, e concludersi con un gustoso cambio di prospettiva. Ciò che fa la differenza rispetto a tanti film affini, in cui un campionario di varia umanità si trova braccato e progressivamente decimato, è la solidità della sceneggiatura. Finalmente ci sono personaggi a cui affezionarsi, per cui parteggiare e temere, con cui lottare e per la cui sopravvivenza sperare. La forza dello script è nella contingenza della situazione e nel modo tutt'altro che sbrigativo con cui ogni protagonista trova il giusto risalto grazie a caratterizzazioni che rientrano sì in alcuni cliché (l'orientale cazzuta, il timido, la vergine, la virginale, il muscoloso in canottiera), ma ne prendono anche le distanze, disattendendo le aspettative. Basta pensare alla ricchezza narrativa con cui due personaggi ai bordi dello script come gli addetti alla manutenzione della metropolitana, liquidabili teoricamente con due battute, vengono invece approfonditi. Una cura che contribuisce, grazie anche alla resa del cast, alla qualità del risultato, decisamente sopra la media del genere.
