TRAMA
Un enigmatico figuro distribuisce inviti per una prima cinematografica in una nuova sala: il film narra di una maschera rinvenuta nella tomba di Nostradamus che trasforma in demone chi la indossa. Una spettatrice, nella sala, trova la maschera, la indossa, si trasforma e inizia a mietere vittime, mentre le uscite di sicurezza sono sprangate.
RECENSIONI
Il soggetto metacinematografico di Dardano Sacchetti, in potenziale, è splendido: pre-Angoscia di Bigas Luna e Incubo Mortale di John Carpenter, racconta di un film maledetto con l’orrore che trasmigra dallo schermo alla sala. Bava lo sfrutta a dovere in una sola scena (notevole), quando l’urlo della vittima dietro lo schermo si sovrappone a quello dell’attrice del film e il coltello che squarcia la tenda nella fiction finisce con lo “squarciare” il telo della proiezione. Per il resto si dedica, in un luogo chiuso (budget impone) e dietro indicazione del produttore/sceneggiatore Dario Argento, alla solita caccia al topo dove impazza lo splatter di Sergio Stivaletti e questi simil (la loro velocità è una variante che verrà adottata altrove) Zombi romeriani si passano il morbo: tutto molto banale, quando si poteva sfruttare, almeno, la vena demoniaca nelle atmosfere, se non nel racconto. Gli attori, i dialoghi, i personaggi (dai nomi anglofili per l’esportazione) sono terribili e la messinscena simil-dilettantesca sfiora spesso il kitsch (vedi la scena finale con l’eroe munito di spada da samurai a cavallo della Cagiva), mentre tutto si riduce ad una mattanza ultra-gore (fu vietato ai minori di 18 anni per il livello di violenza che, al contempo, ne ha fatto un piccolo cult fra gli estimatori alla ricerca della copia VHS meno censurata, dal 2004 disponibile in DVD). Interessante (cioè abominevole) anche come documento di costume, in quanto, alla moda ed esagerato, riproduce la cultura giovanile anni ottanta, fra musica preferita (Go West, Rick Springfield) e vestiario…horrorifico. Girato a Berlino. Due seguiti.