TRAMA
Un deejay alcolizzato, un magnaccia e un immigrato italiano: arrestati, rispettivamente, per furto d’auto, adescamento di una minorenne e omicidio, decidono di evadere.
RECENSIONI
Attraverso un atto d'amore per la cultura del Vecchio Continente e il cinema indipendente tout-court, Jarmusch critica l'american-way-of-life: lo stile fa suoi lo straniamento godardiano/wendersiano (con carrelli "urbani" in apertura), il cinema-verité, la macchina da presa fissa e rapita dal bianco e nero d'essai (del grande Robby Muller). Il racconto, dal canto suo, promuove ad eroe l'immigrato italiano "benigno", generoso e coraggioso, antinomico rispetto ai due rocker statunitensi Lurie & Waits (impegnati anche nel commento sonoro), litigiosi e pronti a dividersi nel "bivio" finale. E' un trio di perdenti emarginati dalla società (down-by-law=fuorilegge), ma se il "grande sogno" è negato agli americani, la favola si realizza per il simpatico personaggio interpretato da Benigni, forte di quell'animo ingenuo e fiducioso che l'aridità della realtà ha spento nei compari. Se Roberto sogna l'America attraverso i film e poeti come Robert Frost e Walt Whitman, l'America lo disprezza con superbia, considerandolo uno sprovveduto che, beata contraddizione, si vedrà costretta ad eleggere come leader perché la strada è smarrita e solo lui sa dove andare. L'on-the-road è sempre allegorico e porta alla consapevolezza di sé per allontanarsi dalle prigioni e dalle paludi (location predilette). Il cammino, all'inizio, è incerto come la pellicola, che acquista senso e lena con l'entrata in campo (nel secondo tempo) del comico nostrano: una forza della natura (di culto le gag del taccuino e della filastrocca "I scream, ice cream") che permette a Jarmusch di rendere più limpida e pregnante la riflessione del suo sottotesto. Il grande cinema, invece, fa capolino nella rappresentazione delle compagne infelici: indimenticabile il loro sguardo fisso nel vuoto, a letto, mentre attacca il brano di Tom Waits.