Horror, Recensione

DARKMAN

TRAMA

Uno scienziato, che sta studiando una pelle artificiale, viene orribilmente sfigurato da alcuni malavitosi. Continua i suoi esperimenti in un nascondiglio per ricostruire il proprio volto.

RECENSIONI

Il soggetto, dello stesso Sam Raimi, ripesca gli archetipi sul "mostro buono" della letteratura gotica, li rincalza col tema della vendetta e ruba più di una caratteristica al personaggio del "Camaleonte" creato dalla Marvel. Il modello di riferimento più appariscente, con evidenti rimandi visivi, è però Il Fantasma del Palcoscenico di Brian de Palma (più che quello "dell'Opera"), immerso in un’iconografia da horror anni trenta della Universal (che produce), dove l’orrore è più suggerito che mostrato, a specchio del volto sfigurato del protagonista, svelato poco a poco. Il film è fumettistico nelle sue esasperazioni, in certe forzature e in alcune inverosimiglianze ma la messinscena in generale e l'inventiva dell'iperbolica macchina da presa di Raimi (vedi la soggettiva dei chiodi conficcati nelle mani), per quanto contenuta rispetto alle prime prove con La Casa, fanno gustare ogni singola inquadratura, anche quelle bagnate di ironia sottile.