TRAMA
Marco è stufo di avere otto anni, essere trascurato e sgridato dai genitori. È anche innamorato della maestra Francesca. Lo desidera nel giorno del suo compleanno e diventa adulto: prende casa con l’amata.
RECENSIONI
L’idea di partenza e una simile trama l’hanno avuta anche a Hollywood l’anno successivo con Big e Tom Hanks, più casuale che ufficiale rifacimento: più probabile che a Hollywood si siano rifatti al mediocre episodio ‘Mademoiselle’ di Vincente Minnelli in Storia di Tre Amori o alle tante pellicole con scambi di corpo, che immaginano un adulto diventare bambino o Viceversa. Ma le assonanze permettono di fare paragoni: la pellicola di Penny Marshall con Hanks è tanto superficiale, effettistica/eclatante, quanto questa, sceneggiata da Franco Amurri con Stefano Sudriè, ha anche spessore nel descrivere le emozioni coinvolte, non dimenticando i risvolti psicologici e improntandosi ai circoli che si chiudono, in nome della poetica del fanciullino, di un percorso di crescita spirituale (del bambino e dei grandi). Amurri rievoca in modo efficace la sua (e nostra) infanzia: si ride, ci sono tenerezza, intelligenza, profondità di sguardo e si valorizza l’aria da perenne bamboccio (alla Il Ragazzo di Campagna) dell’ottimo Renato Pozzetto. Un film che ridonò, allora, speranza nel cinema italiano di genere e nel professionismo dei nostri attori (con menzione speciale per la dolcissima Giulia Boschi).
