Drammatico

CRONACA DI UNA FUGA

Titolo OriginaleCronica de una Fuga
NazioneArgentina
Anno Produzione2006
Durata103'
Montaggio
  • 38688

TRAMA

Buenos Aires, 1977. Un calciatore viene rapito da un gruppo di uomini al servizio del governo militare, ed imprigionato insieme ad altre persone in una vecchia villa di Moron. Dopo quattro mesi di torture si presenta l’occasione di fuggire._x000D_

RECENSIONI

Il film di Caetano, tratto dal libro-diario di Tamburrini (che suona soprattutto come una denuncia all’inaccettabile impunità dei torturatori di allora), si propone da un lato come nuova indagine del terrore nell’Argentina della dittatura (i più illustri precedenti sono La notte delle matite spezzate e Garage Olimpo) e dall’altro come ricercata scommessa stilistica: abbiamo quindi la puntuale narrazione della prigionia di questi dissidenti (veri e presunti) massacrati psicologicamente e fisicamente (ma le torture, come nel film di Bechis, sono quasi sempre fuori campo, suggerite dalle urla e dai rumori, scelta che risponde al noto andante per il quale, quando si entra nell’ambito della sevizia, immaginare sia anche più intollerabile che guardare) e dall’altro una scelta di toni, di figurazione e di atmosfera, inconsueti per un film che vuole essere anche un puntuale racconto di eventi. La descrizione dei personaggi è canonica e tutta di superficie ma questa suona opzione che aderisce al tipo di registro utilizzato che, in più di un caso, sembra ispirarsi a parametri horror (la casa in quasi soggettiva nei titoli iniziali, certe atmosfere – il temporale fuori -, le inquadrature sghembe degli interni). Il regista (uruguaiano), facendo parlare il montaggio, usando solo macchina a mano e contrastando moltissimo le immagini, cerca di conferire un’impronta peculiare al girato ma l’opera patisce soprattutto in sede strutturale: la lunga prigionia, che vuole essere significativamente preparatoria del clou dell’opera (la fuga dal villozzo degli orrori), costituisce troncone che ristagna spesso e volentieri e che vaga indeciso tra la pura scelta orrorifica (solo disagio, nessuna psicologia) e qualche vago tentativo di approfondimento dei caratteri.
La parte della fuga fa risalire la tensione ma è un fuoco di paglia, tutto risolvendosi in una manciata di minuti, costruiti secondo un ordinario codice action, precipitati verso il finale.