TRAMA
Una ragazza, durante un uragano, cerca di salvare suo padre rimasto intrappolato in una casa inondata. E invasa dagli alligatori.
RECENSIONI
Scordiamoci l’Alexandre Aja scorretto ed estremista di Alta Tensione. Ma anche quello ludico e caciarone di Piranha 3D. Crawl è un monster movie di una classicità quasi esemplare, normale da qualunque punto di vista lo si osservi. La sceneggiatura è talmente prevedibile e imbevuta di cliché che anche citarli, nel dettaglio, in una recensione diventerebbe un inaccettabile cliché. L’ultimo film del regista francese è esattamente quello che ti aspetti e non è niente di più – ma neanche niente di meno – di quello che ti aspetti. Meno di un’ora e mezza di intrattenimento estivo, girato con cognizione di causa, senso del ritmo e nessuna pretesa di verosimiglianza e/o coerenza. Aja si adagia su una serie ininterrotta di déja vu, col capolavoro di Renny Harlin – Blu Profondo – a fargli da Stella Polare, e va dritto al punto, senza deviazioni, svolte o meta-letture fuori tempo massimo.
Sono solo un paio, forse, gli aspetti che meritano di essere citati come vagamente peculiari: il primo è l’esiguo numero di attori (sostanzialmente due) che, insieme alla fissità dell’ambientazione principale, fanno avvicinare (da lontano) Crawl alla categoria di film-scommessa (da I prigionieri dell’oceano a Buried, passando per Il terrore corre sul filo). Il secondo è la consolidata capacità di Aja di sfruttare le scenografie, ma forse sarebbe meglio dire gli spazi, a scopo ansiogeno e claustrofobico. Sia nei film più riusciti (Alta Tensione) che in quelli meno interessanti (Riflessi di paura) gli ambienti che opprimono sono, forse, uno dei suoi marchi di fabbrica.
Un altro è il gore. Spesso inaspettato o comunque sproporzionato rispetto al contesto. Anche in Crawl ci sono una paio di sequenze mediamente forti (Dave che si ricompone la frattura scomposta ed esposta, la plongée di uno smembramento) ma per il resto, ci si attesta su standard tutto sommato… standard. Computer Grafica complessivamente efficace ma rivedibile, gli attori fanno quello che possono (e devono), il cagnolino si salva.