Azione

CRANK

Titolo OriginaleCrank
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2006
Genere
Durata87’

TRAMA

Il killer della malavita Chev Chelios è stato drogato da Verona con il “cocktail di Pechino”, che rallenta il battito cardiaco fino a morire. Per restare in vita, deve mantenere l’adrenalina in circolo, mentre si mette in caccia del bastardo che lo ha ridotto così.

RECENSIONI

Mark Neveldine scriveva commedie teatrali off-Broadway, Brian Taylor suonava punk duro: si sono messi in coppia re-inventandosi come “creativi di sequenze d’azione acrobatica” per il cinema, poi hanno spopolato nella pubblicità. Esordiscono, ottenendo largo consenso fra i ragazzini (cui smaccatamente si rivolgono), con questo “sballo gasato” parolacciaio che, solo in apparenza, pare un frullato noir-pulp alla Guy Ritchie: più di chiunque altro, i due registi-cool adottano l’estetica del videogame (citata in ogni dove, più del cinema) e il suo spessore ludico-effettistico (dove Ritchie, invece, immerge nell’ironia storie cariche anche di pathos, con personaggi che non sono mere figurine, elaborando in modo grottesco il cinema, non un “gioco”). I loro modi possono infastidire, ma sono sicuramente originali: ma l’elemento vincente della pellicola è l’eccentrica idea di partenza dell’adrenalina-a-tutti-i-costi, che aggiorna, per altra generazione, le coordinate di Speed. Jason Stathman si spara di tutto, mentre i registi pompano musica ed effettano ogni sequenza (per le soggettive drogate, per stare al passo ipereccitato del/col protagonista), fra stop-frame, split screen, velocizzazioni e scritte varie. Lola Corre e, quando s’inventano pure delle “mappe” della città per mostrare gli spostamenti, sembra di giocare a “Grand Theft Auto”, dove il protagonista gira per la città, picchia i gangster, trova pupe. L’altro ingrediente che distingue la pellicola da prodotti truzzi di bassa lega quali XXX e Fast and Furious è l’ironia salace e inventiva che fa capolino ovunque.