Fantasy, Recensione, Sentimentale

CITY OF ANGELS

Titolo OriginaleCity of angels
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Durata114'

TRAMA

Nella città degli angeli, un messaggero divino s’innamora di una donna chirurgo. Le si mostra, ma non può goderla con i sensi umani.

RECENSIONI

Il rifacimento hollywoodiano de Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders? Protagonista la stelletta delle commedie sentimentali preconfezionate? Regista (evidentemente attratto dal soprannaturale e dalle considerazioni sulla morte) quello di Casper il fantasmino tutto zucchero? Fuga tutti i pregiudizi (pare sia piaciuta allo stesso Wenders) questa pellicola tremendamente romantica, intensa, esistenziale, riflessiva ma con una sobrietà che mancava anche al regista tedesco, sebbene Brad Silberling e la sceneggiatrice Dana Stevens (un talento nel genere: vedere anche il successivo Gioco d’Amore) riducano tutto ad una Love Story, quando l'originale puntava (e arrivava) molto più in alto, a suon di voli d’angelo in nero sulla città. Insolitamente, è un prodotto anche poco "hollywoodiano": via gli stereotipi, le edulcorazioni, il "politically correct" (c’è il piacere di fumare, del sesso), il passo veloce e senza fiato (anche in Casper Silberling imprimeva un’andatura ponderosa, invero fuori luogo in un fantasy per bambini), il finale riconciliante, se non con la vita ed i suoi insostituibili sapori (anche citando “A movable feast” di Hemingway, per restituire i sapori del cibo e Le Folli Notti del Dottor Jerryll). Tuffi al cuore: la seduzione in biblioteca con gli altri angeli in osservazione, il volo con “caduta”, le note di Gabriel Yared e del commovente, imperdibile soundtrack (con canzoni di Alanis Morissette, Peter Gabriel, Sarah Mclachlan, U2 e Goo Goo Dolls). Nicolas Cage, così imbambolato, è perfetto; Meg Ryan (non casuale il suo personaggio di chirurgo che lotta contro la morte) consiglia sempre di tenere i fazzoletti a portata di mano; Dennis Franz (già diretto da Silberling nel serial "NYPD") è un portento. Un inno alla bellezza della vita senza ottuso e fazioso ottimismo, un’opera a sé rispetto all’originale, più simile al contemporaneo Vi Presento Joe Black, dove l’inumano vuole conoscere la carne e se ne innamora.