TRAMA
Nella città degli angeli, un messaggero divino s’innamora di una donna chirurgo. Le si mostra, ma non può goderla con i sensi umani.
RECENSIONI
Il rifacimento hollywoodiano de Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders? Protagonista la stelletta delle commedie sentimentali preconfezionate? Regista (evidentemente attratto dal soprannaturale e dalle considerazioni sulla morte) quello di Casper il fantasmino tutto zucchero? Fuga tutti i pregiudizi (pare sia piaciuta allo stesso Wenders) questa pellicola tremendamente romantica, intensa, esistenziale, riflessiva ma con una sobrietà che mancava anche al regista tedesco, sebbene Brad Silberling e la sceneggiatrice Dana Stevens (un talento nel genere: vedere anche il successivo Gioco d’Amore) riducano tutto ad una Love Story, quando l'originale puntava (e arrivava) molto più in alto, a suon di voli d’angelo in nero sulla città. Insolitamente, è un prodotto anche poco "hollywoodiano": via gli stereotipi, le edulcorazioni, il "politically correct" (c’è il piacere di fumare, del sesso), il passo veloce e senza fiato (anche in Casper Silberling imprimeva un’andatura ponderosa, invero fuori luogo in un fantasy per bambini), il finale riconciliante, se non con la vita ed i suoi insostituibili sapori (anche citando “A movable feast” di Hemingway, per restituire i sapori del cibo e Le Folli Notti del Dottor Jerryll). Tuffi al cuore: la seduzione in biblioteca con gli altri angeli in osservazione, il volo con “caduta”, le note di Gabriel Yared e del commovente, imperdibile soundtrack (con canzoni di Alanis Morissette, Peter Gabriel, Sarah Mclachlan, U2 e Goo Goo Dolls). Nicolas Cage, così imbambolato, è perfetto; Meg Ryan (non casuale il suo personaggio di chirurgo che lotta contro la morte) consiglia sempre di tenere i fazzoletti a portata di mano; Dennis Franz (già diretto da Silberling nel serial "NYPD") è un portento. Un inno alla bellezza della vita senza ottuso e fazioso ottimismo, un’opera a sé rispetto all’originale, più simile al contemporaneo Vi Presento Joe Black, dove l’inumano vuole conoscere la carne e se ne innamora.