TRAMA
Anni sessanta, Philadelphia: Birdy e Al sono amici, ma al ritorno dalla guerra del Vietnam, Birdy non è più lo stesso.
RECENSIONI
Alan Parker e la gioventù massacrata dalle istituzioni: tragico, cupo, onirico, liricamente e metaforicamente enfatico, il suo atto cinematografico per trasporre il romanzo omonimo del 1978 di William Wharton possiede una potenza dirompente, con i frammenti nei flashback bellici a svelare i danni psichici arrecati al bellissimo ed insieme inquietante pennuto che trova la libertà fuori dalla mente di cui è prigioniero, come il Pink di Pink Floyd-The Wall (questa volta, però, le musiche sono di Peter Gabriel). Matthew Modine e Nicolas Cage sono straordinari e raramente, come qui, l’inventiva della macchina da presa di Parker è stata al contempo immaginifica quanto espressiva per servire il testo (un aiuto l’ha dato anche l’inedita skycam di Garrett Brown, controllata da un computer). Tanti premi (compreso il Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes) ed apprezzamenti, ma il pubblico non ha gradito.