TRAMA
Tante persone sole con un solo desiderio: avere una persona da amare, stare con lei.
RECENSIONI
Girato in 16 giorni, nel 2004, dopo il fortuito incontro del regista con Teresa Chan, sorda e cieca, Be with me è un piccolo miracolo cinematografico, un sommesso e malinconico inno alla vita: nellindovinato intrecciarsi delle varie piste narrative, fittizie, si inserisce la vicenda, vera, della Chan (le sue parole, scritte a macchina accompagnano tutta la narrazione - stralci, in voice over e sottotitoli, di unautobiografia ancora da pubblicare -), che viene a interagire con i percorsi degli altri personaggi: alla fine tutti i fili si connettono in una rete sottile, ma tenace che declina sulla storia della Chan, vero centro dellopera, e sul suo rapporto a distanza col padre del traduttore del suo libro.
Gioca per sottrazione Khoo, elude finemente i punti focali descrivendo tutto quello che è intorno ai fatti, lasciando questi ultimi allintuizione di chi guarda: le immagini possono dire tutto, non cè bisogno della verbalità (i dialoghi sono ridotti allosso, ma non ce ne si accorge quasi; tanto comunicare avviene attraverso filtri, i più diversi - lettere, sms, mail -). Ridotta leffettistica retorica (la storia delle due ragazze è lunica accompagnata da commento musicale), il regista, attraverso lunghe sequenze, racconta la solitudine dei suoi personaggi, non disdegnando derive soggettive (il ricordo di una moglie è fantasma che abita, alla lettera, la casa) e non lasciandosi intimidire dallazzardata mescola di registri, dimostra sempre felicità di tocco e inusitata nitensità espressiva.
Di tristezza nelle storie che narra ce nè tanta ma non cè alcun pietismo nella rappresentazione dellautore, nessuna coloritura in eccesso nei caratteri e la scena finale - lincontro muto di due solitudini diverse si scioglie in pianto - ci spreme il cuore fino allultima goccia di sangue.
Da distribuire, assolutamente.
