
TRAMA
John Dunbar è eroe per disgrazia, rifiutatosi di subire l’amputazione di una gamba si lancia suicida col suo cavallo tra le linee nemiche, uscendone incolume. In premio chiede di vedere la frontiera prima ch’essa scompaia. Stringe una complessa amicizia con le tribù Dakota fino ad essere nemico dei suoi “simili”.
RECENSIONI
L'uomo "mai-qualunque" tipico del Costner pensiero, estraneo a sé stesso fino alla paura è in Balla coi Lupi un eroe dallo sguardo liberato dalla civiltà: le carrellate aeree, i paesaggi si contrappongono brutalmente al primo episodio di guerra in cui le inquadrature strette, oblique e vagamente allucinatorie, sezionano uno sguardo (ed una personalità) in ansia. Lo spalancarsi del paesaggio nudo fin troppo facilmente annuncia una nuova esistenza (im)possibile dopo la (quasi) morte; ancora non solcato dai reticoli urbani impronta apparente di razionalità esso è manifesto della comunione naturale tra i nativi (orrendo termine), gli indiani americani, e la terra. I terreni in cui l'erba raggiunge le anche, i lupi (in questa direzione si volge la caratterizzazione del canide coi calzini) sono i segni del futuro che li spazzerà via, in poco tempo. Ancora un secolo dopo, la ribellione di Wounded Knee sta a dimostrare l'ignoranza che gli invasori avevano ed hanno di tutta/e la/e civiltà che quel continente ha generato. Ed il tenente Dumbar non può essere da meno, sciocco e pacioso bianco che spera nella rigenerazione della frontiera finché regge, non rendendosi conto che essa non può esistere: per gli abitanti del luogo abituati a ritmi ambientali come per gli invasori che, per l'appunto, spingono i confini fin dove la terra regge i piedi. Ancora cent'anni prima, alla fine della Guerra dei Sette anni, nel 1763 agli amerindi il munifico re d'Inghilterra concesse una riserva che si estendeva indefinita verso ovest, al di là degli Appalachi. Un altro grande personaggio di assimilato, Hawkeye, La Lunga Carabina, dell'Ultimo dei Mohicani (di M. Mann) volgeva lo sguardo da quelle alture, ad un futuro che John Dunbar, dopo un'altra guerra "civile" vive e subisce.
Grandi sequenze d'azione (quella della caccia ai bufali è indimenticabile) e momenti di scoperta ed intimità si fondono nell'ampio tessuto narrativo di Balla Coi Lupi, con ovvii semplicismi (gli indiani buoni anche un po' scemotti, e quelli cattivi, i bianchi ambigui, tutti tranne il protagonista monodimensionali) stemperati da una magniloquenza che altrove (L'uomo del Giorno dopo) si faranno imbarazzante pompa e non più solo semplicità retorica.
Nel 1990 sembrò ridare fiato alla tradizione western puntando sulla tradizione liberal di L'amante indiana, Corvo Rosso non avrai il mio Scalpo e Piccolo Grande Uomo ridefinendo una classicità che Gli Spietati, due anni dopo, decretò dominio della sola fantasia dell'entertainment.
Esistono due versioni televisive, una di 235' ed una di 180', preferibile la prima che aggiunge tocchi di complessità non banali.
