TRAMA
Il triste e solitario giudice Fortezza, appena arrivato in un piccolo paese del Sud, mette in carcere un avvocato truffatore nel giorno delle sue nozze.
RECENSIONI
Opera ambiziosa, che lambisce l’autorialità, che sa essere originale nel proprio impianto filosofico e surreale ma non è del tutto riuscita. Daniele Luchetti è alla continua ricerca di allegorie sul Belpaese, i suoi vizi e vezzi e, ancor più, sull’essere umano in generale, fra limiti, giustizie e ingiustizie. I significati, le allusioni e i messaggi, però, sono tanto copiosi quanto sparsi senza criterio, alla rinfusa, accompagnati oltretutto da scompensi, inverosimiglianze, cadute di tono, lacunosità e, in senso più lato, da intenzioni irraggiungibili per mancanza di doti. Luchetti, bastonato dagli incassi, va comunque lodato per il tentativo con cui, puntando in alto, si ferma a mezz’aria volando al di sopra delle tante banalità della commedia all’italiana di routine e sorprendendo per la stravaganza.