Recensione, Spionaggio

A 007 – DALLA RUSSIA CON AMORE

Titolo OriginaleFrom Russia with love
NazioneU.K.
Anno Produzione1963
Durata115’
Interpreti
Montaggio

TRAMA

La missione di James Bond: agevolare la defezione di Tatiana Romanova dal consolato sovietico in Turchia. La donna gli consegnerà anche il Lektor, un decifratore universale. Ma dietro tutto c’è un piano diabolico della Spectre per vendicare la morte del Dr. No.

RECENSIONI

Il successo di Agente 007 – Licenza di Uccidere convince i produttori a investire quasi il doppio in questo suo seguito, confermando (bene o male) cast tecnico e interpreti: il ritorno economico, a livello di fenomeno di costume e artistico andò ben oltre le loro aspettative. Dopo più di quarant’anni, per molti estimatori della serie questo resta il capitolo migliore: il romanzo (1957) di Ian Fleming è adattato alla formula ironica, spettacolare (nel romanzo, ad esempio, non ci sono gli inseguimenti in elicottero e in barca) e pop di Terence Young, che pone anche le basi, più che nel precedente film, per delle “convenzioni” che diventeranno un marchio di fabbrica di tutte le pellicole a seguire (ad esempio la sequenza prima dei titoli, la canzone trainante, l’arma-gadget). Fondamentale anche la vena erotica: la presenza di un corpo femminile eccezionale (Daniela Bianchi era Miss Universo 1960) e l’ammiccante scena di catfight fra Aliza Gur e Martine Beswick. Ma a rendere Dalla Russia con Amore un oggetto diverso e di culto nella lunga serie, è un insolito mood pessimistico, onirico, feroce e un modo tutto personale del regista di mescolare riferimenti alti e bassi alla cultura. Senza dimenticare l’indimenticabile presenza di Lotte Lenya (moglie del compositore Kurt Weill).