Fantasy, Horror

PRIEST

Titolo OriginalePriest
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2010
Durata87’
Sceneggiatura
Tratto dadal manhwa di Min-Woo Hyung
Fotografia
Costumi

TRAMA

La Chiesa priva di autorità i preti-guerrieri che furono determinanti per sconfiggere i vampiri. Uno di loro, contro il volere del Clero, torna a combattere le creature della notte per salvare la nipote.

RECENSIONI

La crociata anticlericale di Stewart e Bettany

I modi pedestri di un’opera derivativa e ammiccante ci sono tutti, fra spacconate (Van Helsing), duelli (Matrix), metropoli (Blade Runner), regine/bozzoli (Alien) e scenari (Mad Max), ma sorprende il sottotesto fra simbolismi e allusioni, con Stewart e Bettany che ripropongono un horror fantasy d’azione a sfondo cattolico: l’angelo Michele di Legion si fa prete, non sfida Dio ma la Chiesa, ancora in nome della salvezza dell’uomo. Il fumetto sudcoreano alla base è un puro pretesto: gli stessi titoli animati di Genndy Tartakovsky sono autarchici e lo sceneggiatore esordiente Cory Goodman costruisce ex-novo personaggi e antagonisti (sostituendo gli angeli caduti originali con vampiri “irregolari”), stagliandoli in Sentieri Selvaggi e immaginando un universo alternativo dove l’ordine religioso, come in tutti i mondi possibili, detiene il potere in nome della paura, “protegge” i fedeli in un deleterio oscurantismo (la città-cattedrale senza Luce, cioè Verità, permette ai succhiasangue di banchettare) ed esilia i dissenzienti in deserti da Far West (lo sceriffo del pessimo Cam Gigandet, il pistolero in nero di Karl Urban, l’assalto al treno). Il vero braccio armato di Dio sono gli umili preti in prima linea (gli unici con “vocazione” = poteri speciali), a contatto con una realtà che fa vacillare la loro Fede, mentre i vertici, per presunzione, abbracciano anche grandi menzogne. I pregiudizi della Chiesa sono quelli della Storia dell’Uomo, colpevole di genocidi in nome della superiorità di razza e religione: i vampiri sono confinati in riserve come i nativi americani, lo sterminio è giustificato dal dogma (sono senza occhi, cioè senz’anima) che acceca i giusti-zieri fino all’ipocrisia (preti sanguinari come i vampiri; giovani che sognano la libertà per inorridire alla vista di chi l’ha trovata). Stewart ha il vezzo di occludere le apocalissi in svigorenti luoghi chiusi (qui il treno), ma ripagano le (altre) allegorie a piè pagina (il dramma dei reduci di guerra; quello del celibato cattolico; la devastazione dell’ambiente) e la scelta provocatoria di una crociata cinematografica contro le rappresentazioni dottrinarie della religione. Uscita con un anno di ritardo per essere “gonfiata” in un inutile 3D, l’opera spera nella trilogia.