Commedia, Fantastico, Recensione

MARY POPPINS

NazioneU.S.A.
Anno Produzione1964
Durata138’

TRAMA

Londra, 1910: fra un padre sapientone, una madre suffragetta svampita e una governante che si è licenziata, i due bambini Banks si vedono arrivare una baby-sitter dal cielo, e inizia la magia.

RECENSIONI

Classico dei classici per l’infanzia, non è memorabile nella commistione, pur all’avanguardia, di cartoni animati e riprese dal vero (all’epoca era il prodotto più costoso sfornato dalla Disney, interamente girato e ricreato in studio), ma è diventato imperituro (se non rivoluzionario) nel perfetto mix di fiaba buonista, avventura fantastica, romanzo di formazione anche feroce e canzoni sempreverdi (su tutte “Cam camini”, “Chim-chim-cheeree” in originale, e “Supercalifragilisticexpialidocius”) scritte da Richard e Robert Sherman, e poco amate dalla scrittrice, madre del personaggio, Pamela L. Travers che, comunque, lottò per imporre la sua visione poco “disneyana” (vedere Saving Mr. Banks). Poi c’è il personaggio unico, per l’epoca, di Mary Poppins: figura femminile atipica, piena di sé, irreprensibile, autodeterminata, poco accomodante e senza smancerie, intenta al ben educare (affrontando le più grandi paure, vedi la Banca di papà) più che al ben apparire. E Mary Poppins non esisterebbe senza una meravigliosa Julie Andrews (nel primo ruolo di rilievo), doppiata nelle canzoni italiane da Tina Centi, e senza il troppo spesso dimenticato inglese Robert Stevenson che, dopo ottime pellicole “per adulti” (La Porta Proibita), era diventato il miglior regista della scuderia live-action della Disney. I tocchi non qualunquistici sono in ogni dove: vedere ad esempio il balletto dei vetusti banchieri che cercano di circuire il bambino e le numerose sottotracce che, gentilmente, cercano di preservare ingredienti poco edulcorati e presenti nella pagina scritta, fra madri di famiglia sognatrici e svampite, contrasto con adulti troppo autoritari, e così via. Cinque Oscar: Julie Andrews, montaggio, effetti speciali, colonna sonora, canzone “Cam Camini”.