TRAMA
Africa, 1898: un ingegnere inglese deve costruire un ponte per la ferrovia, ma due leoni fanno strage dei lavoranti.
RECENSIONI
Stephen Hopkins è nel suo habitat quando il sovrareale surclassa il reale e imperano cacce/duelli all'ultimo sangue, atmosfere da incubo e trappole mortali. Niente da ridire sul volto spettacolare (che ha il sopravvento) da film horror/satanico, in cui furoreggiano tensione e paura: da citare le sequenze della gabbia con il leone non scalfito dai proiettili (colpiscono le sbarre, ma evocano il soprannaturale: bel tocco dello sceneggiatore William Goldman che adatta un suo romanzo), la battuta di caccia nella savana con i Masai (potente messinscena per trasmettere le pulsioni ataviche dell’arte venatoria), l'incubo del personaggio di Val Kilmer in cui lo raggiunge la moglie. Aleggia uno spirito esoterico: i leoni “spiriti delle tenebre”, interattivi anche grazie agli effetti digitali, pare siano conservati, imbalsamati, a Chicago. Allora stonano certe arie da kolossal (la costruzione del ponte, le scene di massa), da romanzo d'avventura epico e riflessivo con voce fuori campo, alcune simbologie (funziona il parallelo coppia di cacciatori/coppia di leoni) e l'allegoria della lotta del progresso contro la natura selvaggia, forzata fino all’inverosimiglianza (il crudele demiurgo della ferrovia che si appella all’orgoglio nazionale anziché affidarsi a qualsivoglia mezzo, esercito compreso, per aver ragione delle belve): è proprio nell'incertezza fra prodotto di serie "A" e modi gustosi e/ma ingenui da B-movie che l'impalcatura traballa, forse perché Hopkins più di tanto non può dare, più probabilmente perché la produzione ha tenuto il piede in due staffe, fra parabola altisonante ed intrattenimento effettistico. Come operazione contraddittoria quanto peculiare, ricorda Wolf di Mike Nichols in cui, però, c’era il carisma di Jack Nicholson, non eguagliato dalla prova spenta di Michael Douglas (anche produttore esecutivo): la basilare figura del cacciatore che interpreta non funziona per suoi demeriti.
