TRAMA
Il piccolo Carlos vuole conoscere il nonno, che lavorava con il padre come stuntman negli spaghetti western e, di nascosto dalla madre, va a trovarlo nel set in Almeria dove dirige spettacoli di cowboy per i turisti. La madre è furiosa: odia il suocero che accusa di avergli ucciso il marito.
RECENSIONI
Álex de la Iglesia fonda la Pànico film per produrre una pellicola che ha tutta l’apparenza del film per famiglie, scontentando chi lo vorrebbe sempre scandalosamente grottesco. Protagonisti, infatti, sono un bambino e il Sogno (del “vero” cinema) schierati contro i biechi interessi del business e il grigiore delle persone responsabili, convinte di assecondare la “vita vera”. De la Iglesia però, sotto le righe, non si smentisce, per quanto sia probabile che l’incertezza nel comprendere a chi si rivolga un film del genere abbia contribuito ad impedirne l’uscita in Italia: il suo messaggio, infine, è anarchico e sanamente diseducativo. Si diverte anche a iniziare al sesso (gli insegna a toccare il seno delle donne) il piccolo protagonista con una bellissima Yoima Valdés: se, da un lato, c’è il tema “politically correct” del figlio che vuole scoprire la verità sul padre, dall’altro l’autore omaggia un genere cinematografico scomparso, inscenandolo nella contemporaneità e armando di 800 pallottole, non più a salve, i suoi stuntmen prossimi allo sfratto, facendone degli eroi che sparano alla polizia. Non importa che nessuno muoia davvero (tranne uno, che cerca la morte perché, amaramente, si rende conto che il western non interessa più) e che ci siano toni favolistici fuori luogo, viste le dinamiche dell’assedio finale (preceduto da una lunga parte interlocutoria inutile e spossante): nel sentito desiderio di ricreare il Selvaggio West in un microcosmo, il regista regala lo sguardo di un bambino a uomini irresponsabili, dediti a prostitute e alcol. C’è anche il tema delle menzogne e delle amarezze della vita che il nonno “insegna” al nipote: se la vita è piena di merda, bisogna approfittare di ogni momento “buono” per divertirsi. Era previsto anche un cameo di Clint Eastwood: al suo posto, una controfigura-fantasma di un’epoca che non tornerà più.